In un vecchio cinema, nei pressi del mare, una bambina prova a cantare.
Le pareti umide, le poltrone rosse e corrose, ruvide come il velo delle spose.
Seduta al suo posto, gambe a ciondoloni, indossa la gonna e non i pantaloni.
Canta a squarciagola, sempre da sola, poi si ferma e all’improvviso si trova davanti una gabbianella che non vola.
Anni dopo, in un pontile, si guarda riflessa in un anno bisestile.
Indossa scarpe rosse color della poltrona e una gonna che secondo lei non le dona.
Gli occhi sono fissi sull’acqua della laguna, tra le varie cose che pensa, si sofferma un attimo di più, sulla sfortuna.
Sta per gettare l’amo.
Poi sente un forte richiamo: alza gli occhi verso quel cielo strano, dove all’improvviso vola libero un gabbiano.